Secondo il Direttorio Cattolico Ufficiale, la parrocchia del Santo Rosario, fondata nel 1913 come “italiana”, è l’unica “parrocchia nazionale italiana” nella città di Washington, DC, quindi, il 2013 è stato un anno particolarmente significativo sia per i parrocchiani come per gli amici del Santo Rosario, in quanto abbiamo celebrato il centenario della sua esistenza nella capitale della nazione, luogo a cui gli immigrati italiani hanno contribuito generosamente, almeno da quando Constantino Brumidi ha dipinto gli affreschi sotto la cupola del Campidoglio. Già nel 1890 gli italiani avevano costituito una comunità all’interno del quartiere irlandese chiamato Swampoodle, situato nei corridoi nord-ovest/nord-est di Washington vicino al Campidoglio. In questo periodo la cura pastorale in lingua italiana era offerta dal Nunzio Apostolico, il diplomatico Vaticano a Washington di grado più elevato.
In quegli anni, Washington faceva parte dell’Arcidiocesi di Baltimora, perciò fu l’Arcivescovo di Baltimora, James Cardinal Gibbons, che stabilì la parrocchia italiana su richiesta del Nunzio Apostolico, l’Arcivescovo Diomede Falconio. Nel 1913, il Cardinale Gibbons individuò il sacerdote adatto per questa missione nel Reverendo Nicola DeCarlo. Nato ad Avigliano in provincial di Potenza, in Basilicata, nel 1879, DeCarlo era entrato nell’Ordine di Sant’Agostino. Era stato ordinato sacerdote nel 1901 e nel 1907 era stato mandato alla parrocchia agostiniana di Filadelfia. In quel periodo, DeCarlo aveva chiesto di essere sciolto dai voti religiosi e si era trasferito a Washington per studiare con i Padri Paolini, che avevano una sede all’interno dell’Università Cattolica. Subito dopo la laurea, Don Nicola DeCarlo iniziò il compito di organizzare una parrocchia per occuparsi dei bisogni spirituali dei cattolici italiani dell’area.
Don DeCarlo aveva affittato un appartamento a 83 H Street NW e aveva trasformato il salotto d’entrata in una cappella dedicata al Santo Rosario per adempiere una promessa che aveva fatto alla Madonna dopo essere guarito da una grave malattia. La prima messa al Santo Rosario venne celebrata la Terza Domenica di Avvento, il 14 Dicembre 1913, alle ore 10:30. L’anno seguente, mentre era iniziata la campagna per raccogliere i fondi per costruire una chiesa, Don DeCarlo aveva affittato una casa più grande al numero 902 di Third Street NW. Ben presto cominciò a ricevere l’aiuto della famiglia di Nicholas Brady, amici devoti e generosi del Nunzio Apostolico Giovanni Bonzano (1912 -1922). I Bradys avevano offerto una somma sostanziosa che rimase sconosciuta fino alla morte di Don DeCarlo.
Il 7 settembre 1919, il Cardinale James Gibbons benedì la pietra angolare della terza, e attuale, sede del Santo Rosario al 595 Third Street NW. La cerimonia di consacrazione della parte superiore della chiesa si celebrò il 29 aprile 1923. La maggior parte dell’arredamento della chiesa fu aggiunto gradualmente negli anni seguenti, fino a gungere al 1938, 25˚ anniversario del Santo Rosario. Durante quell’anno era già in progetto l’aggiunta di una sala parrocchiale e di un campanile, ma i piani furono interrotti dalla seconda guerra mondiale. Il campanile fu eventualmente costruito, ma senza le campane, perchè l’esercito aveva requisito tutti i pezzi di metallo disponibili. Alla fine della guerra vennero finalmente fuse le campane e il 30 marzo 1947, il Vescovo Ausiliare di Baltimora, Michael Keyes, le benedì. Più tardi le campane vennero collocate all’interno del campanile. Fu questa l’ultima cerimonia al Santo Rosario tenuta da prelati dell’Arcidiocesi di Baltimora perchè nel 1948 Washington, DC, divenne arcidiocesi.
Alla fine degli anni 50, il governo federale iniziò a ridisegnare la mappa del quartiere del Santo Rosario progettando l’autostrada 395 lungo il corridoio della seconda strada. Nei piani iniziali, veniva progettato di sacrificare la chiesa del Santo Rosario per la costruzione della 395, e fu solo una protesta vigorosa e a molti livelli dei parrocchiani che riuscì a salvare la chiesa. La struttura del Santo Rosario dovette però rinunciare alla sua canonica. Un nuovo stabile fu costruito nel 1967. Mentre gli edifici federali sostituivano a poco a poco le case dei parrocchiani, la chiesa del Santo Rosario aveva bisogno di maggiori strutture per attirare nuovi fedeli e per mantenere unita la comunità. Fu così che si svilupparono dei piani ambiziosi per la costruzione di un centro parrocchiale socioculturale – una Casa Italiana a Washington. Negli anni successivi, l’impegno nella raccolta fondi e la generosità di molti benefattori, trasformò quella visione in realtà. L’edificio originale di due piani di Casa Italiana fu inaugurato il 22 marzo 1981; una facciata di marmo fu aggiunta nel 1989 mentre un annesso scolastico fu completato il 17 settembre 1992. In quello stesso anno, sotto il patrocinio del Lido Civic Club, venne collocata la statua di Cristoforo Colombo, opera di Carlo Nicoli, nel giardinetto fra la chiesa e la canonica.
Mentre la costruzione di edifici allargava la parrocchia del Santo Rosario, cominciarono a formarsi gruppi parrocchiali che permettevano ai fedeli di praticare la loro fede a un livello più personale. La prima organizzazione fu la Società del Santo Nome, fondata nel 1915 sotto la direzione di Giuseppe Balducci. Quando i figli degli immigrati italiani della prima Società del Santo Nome crebbero, organizzarono una Società Giovanile del Santo Nome. Col passare del tempo, furono loro che presero il posto dell’originale Società. L’associazione femminile più antica è il Sodalizio di Nostra Signora che si costituì nel 1914 quando le Suore di Notre Dame di Namur arrivarono al Santo Rosario per insegnare catechismo e organizzare le giovani della parrocchia non ancora sposate nell’associazione delle Figlie di Maria e per aiutare l’insegnamento. Le Suore rimasero per lo meno fino al 1938, quando l’organizzazione si indebolì con i successivi matrimoni dei suoi membri. Nel 1953, Don Aldo Petrini, assistente di Don DeCarlo, riorganizzò le giovani spose nel Sodalizio di Nostra Signora. Gli immigrati italiani che arrivarono a Washington dopo la seconda guerra mondiale formarono i gruppi dell’Azione Cattolica italiana, che continuarono dal 1960 fino a metà degli anni ’70; il gruppo delle donne si incaricò di fondare, nel 1961, il giornale del Santo Rosario, Voce Italiana, e di organizzare la Festa Italiana, che si celebra ogni anno, fin dal 1963, nel parco di Villa Rosa. Le organizzazioni italiane di base regionale si sono, poi, rivelate particolarmente solide col passare del tempo e le loro feste continuano a apparire nel calendario annuale della chiesa.
La comunità del Santo Rosario, organizza eventi durante l’intero anno. L’Avvento è segnato dalla preparazione del presepio. Il Natale si collega con la Messa di Mezzanotte e la processione per venerare il Bambin Gesù cantando “Tu Scendi Dalle Stelle” e una visita della Befana. L’inizio della primavera è associato con l’annuale colazione in ricordo di Don DeCarlo, organizzata dalla Società del Santo Nome, in onore del parroco che era salito al cielo nel 1961. Il Sodalizio è il gruppo organizzatore di un altro grande evento annuale, la Cena di Lasagna, anch’essa in primavera. Maggio vede le celebrazioni della Prima Comunione, della Cresima, e l’incoronazione della Santa Madre. Giugno è un mese molto intenso: Festa Nazionale della Repubblica Italiana; Festa di Sant’Antonio di Padova, la cui società è stata organizzata nel 1934 e la Festa di San Giovanni Battista, portata in parrocchia dagli immigrati. L’estate coincide con il Torneo Italo-Americano di Golf, cominciato per raccogliere fondi per Casa Italiana e ora continuato in associazione con il Lido Civic Club. Quando l’estate volge a termine si celebra la festa d’agosto di San Gabriel Possenti, organizzata per la prima volta nel 1925 dagli immigrati abruzzesi, dei quali Gabriele è il santo patrono. L’autunno inizia con l’annuale Polenta Dinner, e in novembre si onorano con una Messa i militari italiani caduti.
La vita spirituale del Santo Rosario è arricchita da varie attività religiose. Le persone che lavorano negli uffici adiacenti la chiesa, trovano ritagli di tempo per le loro pratiche religiose e vengono alla Messa feriale di mezzogiorno. Ogni mese, i devoti di Padre Pio di Pietrelcina si incontrano per pregare e per la celebrazione della Messa. In maggio e nuovamente in ottobre, la comunità del Santo Rosario recita la supplica, una devozione speciale alla Madonna sotto il titolo di Nostra Signora del Rosario. Infine, ogni anno, la chiesa del Santo Rosario si unisce alla Chiesa universale nella celebrazione della Domenica della Divina Misericordia.
Quando Don DeCarlo comiciò a pensare alla pensione, invitò la Pia Società di San Carlo-Missionari Scalabriniani a provvedere per la comunità sacerdoti che parlassero italiano. I missionari scalabriniani erano stati fondati nel 1887 con lo scopo specifico di prestare servizio agli immigrati e avevano iniziato ila loro missione proprio nella diaspora italiana. Nel 1963, ai sacerdoti scalabriniani si unirono le Suore Missionarie di San Carlo, che costituirono il personale di Villa Rosa.
Quello stesso anno, il primo parroco scalabriniano del Santo Rosario, P. Giulivo Tessarolo, fu eletto superiore generale dei missionari scalabriniani. Il suo assistente, P. Giuseppe Spigolon, divenne ill nuovo parroco fino al 1970, quando fu eletto superiore provinciale dell’ordine; sotto la sua guida la Chiesa del Santo Rosario si difese efficacemente dalla minaccia della costruzione dell’autostrada 395. Quindi, P. Mario Bordignon fu parroco per un breve periodo, dal 1970 al 1972. Arrivò, poi, P. Cesare Donanzan, che diresse la costruzione di Casa Italiana e la creazione della sua scuola di italiano. Padre Donanzan fu parroco dal 1972 fino al suo trasferimento nel 1992; morì l’anno seguente. P. Tarcisio Bagattin fu poi parroco dal 1992 al 1996 e P. Carlo Zanoni dal 1996 al 2006. Durante l’incarico di Padre Carlo, la chiesa del Santo Rosario costruì un deposito per Casa Italiana e una rampa d’entrata come alternativa agli scalini; venne organizzato l’ampio archivio storico della parrocchia e aprì l’assistenza pastorale a altri gruppi di immigrati specialmente alla comunità di lingua portoghese che ora continua nella chiesa di Saint Bernard of Clairvaux.
Dal 2006, la resposabilità pastorale è stata assegnata a P. Lidio Tomasi, sotto la cui direzione, sono stati intrapresi molti lavori e si sono rinnovate molte strutture. La scuola di Casa Italiana ha ampliato il suo curriculum, che inizialmente prevedeva solo l’insegnamento della lingua, includendo corsi di ceramica, degustazione di vini, scuola di cucina e insegnamento di altri aspetti della cultura italiana. Il giornale Voce Italiana, mentre pubblica notizie italiane per gli italiani all’estero, ritornò a concentrarsi sugli eventi della comunità, come era stato negli anni 80 sotto la direzione del parrocchiano-giornalista Gino Simi. Con molta lungimiranza, al Santo Rosario si sono realizzazti molti rinnovamenti sia alla chiesa che alle strutture con una ricostruzione completa della sala inferiore . Tutto questo in previsione di eventi futuri e in considerazione del piano edilizio di copertura dell’autostrada 395 lungo corridoio della seconda strada e il cambio di direzione del traffico che nuovamente porterà a un sposamento della canonica del Santo Rosario. In preparazione all’anniversario del 2013, Padre Lidio Tomasi ha organizzato già ne 2012 il Comitato per il Centenario della parrocchia del Santo Rosario. Il primo giugno 2013, P. Lidio Tomasi è diventato Parroco Emerito mentre P. Ezio Marchetto è stato nominato nuovo parroco. La sua ricca esperienza pastorale promette nuova energia e vita nella gestione delle iniziative sempre più ampie del Santo Rosario e della sua attiva comunità parocchiale.
In conclusione, il continuo alternasi delle forze dei cambiamenti sociali stimola la missione pastorale del Santo Rosario a rispondere agli attuali molteplici bisogni, rimanendo al servizio dei nuovi flussi di italiani e degli amanti dell’Italia che si trasferiscono continuamente a Washington. Nel volgere lo sguardo ai prossimi cento anni, la chiesa del Santo Rosario è chiamata a un ringiovanire sia spirituale che culturale che abbia come fine l’inclusione di tutte le persone, con le loro culture e le loro tradizioni, e che quindi rimanga aperta al dialogo costruendo ponti d’incontro fra i vari gruppi etnici – “pietra dopo pietra, con pazienza”- rimanendo al tempo stesso fedele alle sue proprie radici e trovando unità nel Vangelo e nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.